Questo studio randomizzato controllato single-center ha valutato l’uso della registrazione ECG quotidiana con KardiaMobile e la ricezione di messaggi di testo motivazionali 3 volte alla settimana (intervento iHeart), allo scopo di analizzare le diagnosi di FA / AFL ricorrenti e tempo necessario per programmare un nuovo trattamento antiaritmico in pazienti già sottoposti ad ablazione con radiofrequenza transcatetere (RFA) o cardioversione con corrente continua (DCCV). Lo studio ha anche valutato le modalità di utilizzo dell’ECG da smartphone per un periodo di 6 mesi. 238 pazienti sono stati assegnati in maniera randomizzata o allo standard di cura (n = 123) o all’intervento iHeart (n = 115). I dati sono stati raccolti dall’ECG KardiaMobile e dalle cartelle cliniche elettroniche.
- La probabilità di rilevamento di recidive era maggiore nel gruppo di intervento (rapporto di rischio 1,56, IC 95% 1,06-2,30, p = 0,24) e non differiva in modo significativo tra le procedure RFA e DCCV.
- La comparsa di recidiva durante il primo mese dopo l’ablazione è risultata fortemente predittiva di una recidiva successiva (hazard ratio = 4,53, IC 95%: 2,05-10,00, p = 0,0006). Il tempo intercorso tra il rilevamento dell’aritmia ricorrente e il trattamento è stato più breve per il gruppo di controllo (HR 0,33, IC 95% 0,57-2,92, p <0,0001). Gli autori ipotizzano un tempo più lungo poiché i medici erano meno inclini al procedere al trattamento in presenza di recidive di FA brevi e asintomatiche; la prima documentazione ufficiale di aritmia recidivante nel gruppo di controllo avveniva invece spesso proprio quando si presentavano per il trattamento.
- Da notare una evidente tendenza ad un minore utilizzo dell’assistenza sanitaria (ricoveri, visite di pronto soccorso) nel gruppo di intervento.
- Per quanto riguarda l’utilizzo di Kardia, il 36% ha registrato> 180 ECG, il 56% dei pazienti ha registrato almeno 90 ECG e il 75% ha utilizzato il dispositivo negli ultimi 3 mesi dello studio.
In sintesi, l’uso di KardiaMobile con messaggi di testo motivazionali ha consentito il rilevamento precoce di aritmie ricorrenti post-ablazione o cardioversione, con effetti evidenti anche in termini di minor utilizzo di terapie ed accessi ospedalieri.
Leggi l'articolo sul Journal of Cardiovascular Electrophysiology