Esperto Bianconi Leopoldo • Cardiologo
“all’improvviso sento il cuore che batte forte, mi preoccupo, cerco di calmarmi ma non ci riesco”
“ci sono dei momenti in cui mi sento male, ho l’impressione quasi di svenire, mi metto seduto e dopo
pochi minuti mi sento meglio”…
Ci sono disturbi che compaiono all’improvviso, in maniera inaspettata e non durano molto.
Spesso poi ci si rivolge al medico descrivendo cosa è successo. Magari si fa anche un elettrocardiogramma che risulta normale. Il medico può fare delle ipotesi sulla causa di tali disturbi, può sospettare un’aritmia, ma non può esserne certo.
Vi sono infatti aritmie (disturbi del ritmo cardiaco per cui il cuore batte in maniera anomala: troppo veloce, magari irregolarmente, oppure troppo lento) che compaiono improvvisamente e poi scompaiono non lasciando traccia di se’. L’unico modo per capire di cosa si tratta e fare una diagnosi è quello di registrare un elettrocardiogramma durante il sintomo.
Ma molto spesso ciò non è possibile in quanto il disturbo non dura molto e non si fa in tempo ad andare in un luogo ove sia possibile effettuare l’esame (pronto soccorso o studio medico).
Proprio per questo sono oggi disponibili piccoli apparecchi portatili, utilizzabili per registrare una traccia elettrocardiografica in caso di sintomi. Il soggetto stesso quindi nel momento in cui avverte il disturbo prende l’apparecchio e registra l’elettrocardiogramma. La traccia può essere poi scaricata dall’apparecchio stesso, oppure inviata a mezzo telefono ad un centro di ascolto.
Il Kardia è una recente evoluzione miniaturizzata di tali apparecchi (pesa 8 grammi e può essere applicato direttamente sul dorso di uno smartphone). Il vantaggio di tale apparecchio è che consente di visualizzare e salvare la traccia elettrocardiografica sullo smartphone, fornisce immediatamente una indicazione sulla presenza o meno di un’aritmia e, se necessario, consente di inviare immediatamente la traccia al medico tramite e-mail o WhatsApp.
Ho avuto modo di utilizzare il Kardia per alcuni miei pazienti che presentavano episodi di cardiopalmo (senso di tachicardia, polso irregolare, battito cardiaco “forte” ecc.).
Lo strumento è stato molto utile in quanto ha appunto consentito a queste persone di registrare un tracciato elettrocardiografico durante il sintomo e quindi mi ha permesso di effettuare una diagnosi precisa, cioè di capire esattamente cosa succedeva al loro cuore nel momento in cui avvertivano i sintomi.
E’ ovvio quindi che lo strumento consente di individuare vari tipi di aritmia: ad esempio TPSV (tachicardia parossistica sopraventricolare), fibrillazione atriale, extrasistolia, fasi di bradicardia e di trattarle quindi efficacemente. Consente inoltre di tranquillizzare il paziente nei casi in cui durante la sensazione di palpitazione l’elettrocardiogramma risulti nella norma (caso non infrequente).
Per quanto riguarda la possibilità di rilevare segni di ischemia o di necrosi miocardica acuta (infarto miocardico) con il Kardia, è improbabile, che possano essere rilevate dall’apparecchio.
Cerco di spiegarne il motivo. L’elettrocardiogramma standard registra 12 tracce (cosiddette “derivazioni”), che consentono di “osservare” il cuore da diversi punti di vista nello spazio (parete anteriore, inferiore, posteriore, laterale). Segni di ischemia o infarto acuto possono, riguardano in genere una sola parete del cuore e quindi possono essere visibili solo in una o più derivazioni ma non in tutte. Non solo, talora non sono visibili affatto anche se il danno miocardico è presente. Poiché il Kardia è in grado di rilevare una sola derivazione è improbabile che possa rilevare l’anomalia.
Quindi non è utilizzabile a tale scopo.